2012-10-27 Gesù eucaristico non è al centro dell'attenzione amorosa della Chiesa Sposa

Cari fratelli e sorelle nel Signore,

nella serata di sabato 27 ottobre 2012 mi trovavo in viaggio nella regione Lombardia - non preciso ulteriormente il luogo, poiché così vuole il Signore - con una persona appartenente all’Associazione Riparazione Eucaristica Sacro Cuore. Durante il tragitto in auto si pregava.

Ad un certo momento, volgendo lo sguardo verso destra, mi accorgo che la porta di una chiesa, che si trova proprio a lato della strada, è aperta. Ciò mi appare un fatto piuttosto insolito, vista l’ora (circa le 20.45). Ma penso che probabilmente saranno in corso le Sante Quarantore e - sapendo che certe parrocchie hanno, in tali occasioni, la santa abitudine di proporre l’adorazione al Santissimo Sacramento anche nelle ore notturne e fino al mattino successivo - mi sorge il desiderio di entrare in quella chiesa per intrattenermi con Gesù eucaristico.

Ma, una volta varcata la soglia, con dolorosa sorpresa, mi accorgo che in quella chiesa semibuia - in cui arde la lampada rossa ad indicare che la Santissima Eucaristia è presente - non c’è nessuno e che neppure è prevista alcuna adorazione notturna; fa freddo persino.

Esco di chiesa e si dialoga brevemente sul da farsi. Si affaccia un pensiero, che desta un certo disappunto interiore, ma che appare essere l’unico motivo plausibile per il quale quella chiesa è ancora aperta: chi ne è addetto, deve essersi dimenticato di chiuderla.

Si decide quindi di telefonare al parroco di quel paese per avvisarlo; però è necessario cercare il numero della casa parrocchiale … insomma, per farla breve, di questo se ne occupa la persona che era con me, mentre io ritorno all’interno della casa di Dio e mi pongo in ginocchio a pregare; e, precisamente, mi fermo poco distante dall’entrata, là dove una luce tenue illumina la chiesa, nella parte finale della navata centrale.

Con amore, chiedo a Gesù eucaristico come sia potuta succedere una cosa del genere. A maggior ragione poi che, come ho potuto leggere su un cartello affisso alle porte della casa di Dio, in quel pomeriggio lì si erano svolti dei sacri riti per festeggiare una data persona.

Mentre sono dinanzi a Lui - da sola - percepisco interiormente che questo fatto - che pure, penso, non sarà dovuto a malizia, come poco dopo mi viene confermato - è emblematico, per certi aspetti, dello stato in cui versa attualmente la Sua amata Chiesa Cattolica: si fanno tante cose, ma quante volte Dio – e in modo speciale, il Signore Gesù nel Santissimo Sacramento – non è realmente al centro: l’amorevole e adorante attenzione e l’affetto dei cuori non sono volti a Lui in modo primario, come invece dovrebbe essere.

Al centro, non di rado, ci sono invece gli uomini. In questo mondo dove ciò che conta è essere ad ogni costo qualcuno, apparire, mettersi in mostra … com’è facile, delle volte anche tra i figli e le figlie della Santa Chiesa, cedere alla tentazione di celebrare non Dio, ma se stessi, con il vano protagonismo; oppure adoperandosi in attività inerenti la Chiesa, ma non per la gloria di Dio, bensì avendo come fine il proprio vanto personale.

Gesù Amore è lì nel tabernacolo, nel silenzio, e io sono dinanzi a Lui, in quella semioscurità … sento nella mia anima che Gesù è abbandonato … che la Sua Casa è desolata … non è facile tradurre in termini umani questa dolorosa e pacata esperienza interiore, che però avverto in me con limpida chiarezza.

Ma ecco la Sua Voce che squarcia, nel mio cuore, il silenzio:

“Mia diletta, Io sono Cristo Signore.”

Il Divino Maestro mi chiede di scrivere; estraggo dalla borsa il necessario per farlo, che tra l’altro ho con me per averlo portato in occasione di una adorazione eucaristica pomeridiana, nel caso Lui avesse voluto parlarmi al cuore; ciò che invece, nel pomeriggio, non era avvenuto.

Il Signore Gesù prosegue dicendomi:

“O Mia diletta, lo vedi COME IO NON SONO AL CENTRO?

Questa è una dimenticanza, diletta, non consapevole e volontaria, e quindi non è un peccato; però, come scordanza, da parte loro, è seria e grave. Amen.”

(pausa significativa)

“Va’ in pace!

Io sono Cristo e Io ti benedico. Amen.”

“Metti questo Mio Messaggio sul Sito Mio prezioso, spiegando ivi che cosa è successo, ma non menzionare il luogo preciso. Amen.”

“Va’ in pace”.

Il Signore sta dicendomi queste ultime parole quando il sacrista, avvisato dal parroco, entra in chiesa per chiuderla.