07 - Prima testimonianza pubblica di Sabrina sui "Messaggi del Sacro Cuore di Gesù"

 

Carissimi e carissime tutti,

oggi, per la prima volta, mi accingo con gioia a donarvi una testimonianza a riguardo dell’esperienza spirituale che sto, ormai da anni, vivendo e del dono che essa racchiude, per la Bontà del Signore.

 

A quanto dirò, antepongo una duplice premessa:

 

- per prima cosa, desidero subito chiarire che ciò che mi ha mosso ad acconsentire a svolgere questa piccola conferenza, è stato il pensiero rivolto alla gloria di Dio e alla consolazione del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù.

Se queste mie semplici parole, che di cuore vi rivolgerò, potranno essere utili a qualche anima per riavvicinarsi a Dio, per cogliere con maggiore prossimità che Egli veramente esiste e, soprattutto, che Egli è un Padre che ci ama immensamente; se potranno accrescere, per grazia del Signore, il devoto fervore in quelle persone che già credono nel Dio Cristiano … allora questa sarà per me la ricompensa più bella.

 

- Per seconda cosa, mio marito Angelo ed io riteniamo che, ad un anno e tre mesi dall’apertura del Sito internet www.messaggidelsacrocuore.it , sia opportuno cominciare a manifestare qualche elemento in più, su questa vicenda spirituale che mi tocca in prima persona, rispetto a quanto si può attingere dalla lettura del Sito stesso.

Se aprendo il Sito non abbiamo inserito in esso pagine relative alla mia persona e alla mia vicenda, ciò è stato motivato dal forte desiderio, condiviso da entrambi, che le anime visitando il Sito del Sacro Cuore, accostassero anzitutto le Sue sante parole.

 

Detto questo, cari amici, vi apro con semplicità il mio cuore, e vengo ad esporre il mio pensiero.


 

Per prima cosa, vi racconto, in sintesi, come è iniziata questa bellissima storia di amore con il Signore Gesù.

Quando ero bambina - io sono nata nel 1971 - spontaneamente sentii il fascino spirituale della preghiera, e mi ricordo che partecipavo con gioia e viva attenzione al catechismo. Con questo non intendo affermare che fossi particolarmente devota; solo, pur essendo una bambina più o meno come tutte, sentivo una spontanea attrattiva verso il vero, l’onesto, l’ordine. Infatti, anche andare a scuola mi piaceva, ed ero abbastanza brava.

Poi giunsi all’età adolescenziale, che trascorsi più o meno come molti miei coetanei, trascurando per alcuni anni un riferimento significativo al Signore.

Ma il mio cuore, pur così giovane, reclamava la presenza di qualcosa, o meglio di Qualcuno; non sapevo però né chi, né dove fosse. Quello che la vita che conducevo allora mi offriva - lo percepivo chiaramente in me - non mi bastava: di tutte le cose riscontravo il limite, per non dire la miseria e l’inconsistenza delle vanità abbaglianti di questa terra. E la delusione e stanca noia di quelle relazioni umane che non sono fondate in Cristo.

All’età di 17/18 anni, provvidenzialmente, attraversai delle prove dolorose che furono premessa necessaria perché mi riavvicinassi al Signore.

E qui vorrei subito dire una cosa che, penso, possa essere valida per tutti noi: quante volte quelle che noi, umanamente parlando, consideriamo disgrazie e perdite, si rivelano poi grazie e mezzi provvidenziali nelle Mani del Signore per portarci a qualcosa di migliore, di più bello e significativo per la nostra anima e la nostra vita!

E anche questa riflessione è un invito alla confidenza, con cuore di figli, nel Padre Celeste, che sa molto meglio di noi qual è il nostro vero bene.

 

Precisamente, fu nella primavera del 1990, a quasi 19 anni, che compresi con il cuore – e ritengo questa una grazia immensa – che il mio bene era intraprendere un serio cammino spirituale.

Se ripenso ora a quel periodo, non posso non elevare una grande lode al Signore Dio nostro, poiché mi rendo ben conto che, in poco tempo, la Sua Santa Grazia mi fece percorrere un buon tratto di cammino.

A Sua lode, dico che se una persona vuole veramente incontrare il Signore Gesù nella sua vita, deve decidersi con una determinazione forte e chiara, senza compromessi, come riconosco umilmente Dio la concesse in quel tempo a me. 

Dio stesso nella Sacra Scrittura ci dice: “Convertitevi a Me e Io Mi convertirò a voi!”: è vero,  è proprio così!

Nel prosieguo del cammino interiore, che conducevo sotto la guida di un saggio direttore spirituale, si presentò in me l’attrattiva verso la vita monastica, al punto che mi chiesi seriamente se entrare in un Ordine religioso contemplativo.

Però, nonostante il Signore fosse sostanzialmente al centro del mio cuore e della mia vita, non era questa la vocazione che Egli aveva pensato da sempre per me.

Se ci penso ora, riconosco che il desiderio di essere monaca significava una chiamata comunque ad un amore forte, ad un dono grande di me stessa a Dio; quel dono di me stessa che il Signore Gesù si attende avendomi, pur povera e carente, scelta come Sua piccola vittima.

 

Quando inizia a passare qualche anno, e non hai vent’anni ma qualcuno in più, allora può succedere che dall’esterno ti raggiungano alcune, se così posso chiamarle, benevole “pressioni” che ti invitano a fare una scelta vocazionale. Mi ricordo che una volta io stessa, un po’ “stressata” per il fatto che il tempo passava, avevo chiesto al Signore cosa voleva che io facessi. Egli, lo ricordo bene, mi rispose di occuparmi nel fare sempre la Sua Volontà: compiere il bene e fuggire il male.

In realtà, questa, anche se a prima vista potrebbe apparire una risposta non risolutiva del problema - dato che Gesù non mi disse allora: “Voglio che tu ti faccia monaca” oppure: “Desidero che tu ti sposi”- se guardiamo più in profondità, ci accorgiamo della grande sapienza che essa racchiude; sapienza di cui dovrebbero tenere conto tutte le persone che sono in ricerca vocazionale.

Infatti, se davvero vogliamo capire col cuore qual è il progetto che Dio ha su ciascuno di noi dall’eternità, dobbiamo anzitutto metterci in cammino: rinunciare ad ogni grave peccato, osservare con amore crescente i Dieci Comandamenti, pregare ogni giorno e meditare il Santo Vangelo, nel quale sono scritte tutte le risposte fondamentali per la nostra vita.

E, se Dio nella Sua Bontà ce lo concede, porci sotto la guida di un santo e saggio direttore spirituale.

E finché dura l’attesa per discernere bene la vocazione specifica che il Signore ha pensato per ognuno di noi, dico: non lasciamoci prendere dallo sconforto. Dio ha i Suoi tempi.

 

Ma torniamo a questa vicenda. Come dicevo, intrapresi dunque un cammino spirituale fervente: in breve tempo, Dio fece comprendere al mio cuore che Lui era quel Qualcuno che io, senza saperlo, in precedenza, cercavo:

 

Lui Amore infinito,

Lui Verità senza ombre,

Lui Sposo e Amico sempre fedele,

mai deludente.


 

Dopo un anno e mezzo, e precisamente nell’autunno del 1991, mentre mi trovavo a pregare il Signore in una chiesa, sentii per la prima volta queste parole interiori. 

Mi rivolsi al mio padre spirituale, il quale mi invitò a prendere nota di quanto percepivo nella mia anima.

Queste prime locuzioni sono riportate sul Sito - per ora solo in parte - nella pagina dei Messaggi degli anni 1991-’92.

All’inizio fu l’Angelo Custode a parlarmi, ma poco dopo subentrarono i dettati del Signore Gesù, che sono la stragrande maggioranza di quelli da me ricevuti. 

Questo dono perdurò fino al Giugno del 1992. Poi silenzio. Riprese all’inizio dell’Agosto 1993 per proseguire fino al Settembre dell’anno seguente. Poi un lungo silenzio, durato, in sostanza, quasi tredici anni: fino a quando, nella primavera del 2007, il Signore ha ripreso a donarmi questi Suoi Messaggi, che anche attualmente continuano; l’ultimo l’ho ricevuto dal Suo Cuore pochi giorni fa, nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima.

Fino a qui, carissimi, a grandi linee, la mia storia.


 

Ora vorrei rispondere, per quanto possibile, ad una domanda che sorge spontanea in certe persone quando mi accostano: “Com’è la Voce del Signore?”.

Per quanto concerne le locuzioni interiori delle quali, per grazia di Dio, ho fatto esperienza sino ad ora, esse sono locuzioni intellettuali, di due specie: la maggior parte sono formali, ma a volte sono sostanziali.

Detto in termini più semplici, le parole sostanziali provocano nell’anima che le riceve quanto affermano; se il Signore le dice: “Sii serena!”, l’anima si ritrova subito in una grande pace, anche se appena qualche momento prima era angosciata e turbata.

Per quanto riguarda le locuzioni formali, che più di frequente percepisco, esse sono parole che spesso ricevo mentre mi trovo in preghiera, soprattutto durante adorazioni al Santissimo Sacramento.

Sono parole chiare che lo spirito intende formarsi le une dopo le altre in sé; è la Persona del Signore che si rivolge alla Sua piccola creatura e la istruisce, la guida, la esorta a farsi Sua umile portavoce per il bene vero della Chiesa e delle anime tutte.

Questa Voce come io la percepisco, non ha un suono come avviene tra noi esseri umani. Anche adesso io parlo e voi mi ascoltate: è mediante l’udito che le mie parole giungono al vostro intelletto e al vostro cuore.

Nelle locuzioni interiori non è così: è un parlare diretto, molto immediato e molto ricco; un conversare senza l’uso dei sensi, ma Cuore a cuore; eppure quella Voce non è statica, ma dinamica. Tant’è che colgo - e andando avanti ciò avviene sempre meglio - le differenti sfumature del Suo dire, che cerco di tradurre sul foglio con la grandezza dei caratteri, le sottolineature, il corsivo, il grassetto e le pause.

Spesso i dettati del Sacro Cuore da me ricevuti sono particolarmente forti e chiari, e così alle volte qualcuno mi chiede se il Signore è “arrabbiato”.

Ma no, carissimi! Purtroppo, non riesco a rendere l’idea del tono della Sua Voce, ma io arrabbiato non L’ho mai sentito.

Direi piuttosto che il Signore Gesù è molto sofferente a motivo della situazione attuale del mondo, di molte anime che vivono ormai lontane da Lui, dalla Chiesa e dai Santi Sacramenti, tutte protese alle cose del mondo: apparire, avere successo, accumulare denaro e altre cose; e che sta facendo l’impossibile affinché i cuori dei Suoi figli e figlie si aprano, prima che sopraggiungano i tempi dei castighi.

E da notare che anche riguardo ai castighi, in realtà ce li stiamo costruendo noi stessi con una vita di peccato: un’esistenza in cui Dio e la Sua Santa Legge sono stati estromessi, come cosa inutile e, ancor più, fastidiosa, poiché è chiaro che se seguiamo un Dio Crocifisso poi non possiamo più fare i nostri comodi …

 

Abbiamo deciso di chiamare il Sito “Messaggi del Sacro Cuore” perché nei dettati – anche se alle volte mi è successo di ricevere locuzioni interiori da Dio Padre, dallo Spirito Santo e da Maria Santissima – di fatto, è Gesù Cristo il Protagonista indiscusso di questo dono spirituale.

Gesù Cristo, Dio e Fratello nostro amabile, che ci confida i Suoi desideri e sentimenti, i Suoi dolori e le Sue gioie, il Suo struggente anelito affinché le anime, anche le più derelitte, tornino presto a Lui.

 


Il contenuto principale dei Messaggi è, senza ombra di dubbio,

l’amoroso, intenso, struggente appello alla conversione.


 

Quello che io percepisco è un Gesù molto chiaro - virile - nel mettere i cristiani, ciascuno di noi, dinanzi alla realtà delle cose come Lui le vede, come sono dinanzi ai Suoi occhi.

Egli ci ripete verità come l’esistenza dell’Inferno eterno, la gravità del peccato mortale, il degrado a cui viene spesso svilito il Matrimonio, ed anche le incongruenze di certi membri del clero.

Però dobbiamo subito notare che il Signore Gesù non abbandona il povero peccatore, chiunque egli sia, in preda all’angoscia e all’abbattimento per la presa di coscienza della sua posizione indegna nei confronti di Dio stesso.

Al contrario, nei “Messaggi del Sacro Cuore” sono frequenti gli appelli del Signore Gesù a tornare al Suo Cuore dolce e casto … ed io vedo proprio, nei dettati che ricevo, che Lui - a differenza del mondo che spesso è spietato e cattivo - non considera nessuno come un’anima ormai persa, irrecuperabile.

Dipende dall’uomo ora decidere di stringere quella Mano piagata e tenera che il Sacro Cuore tende verso di lui, con Pazienza instancabile.

 


E’ a questo punto che entra in gioco, se lo vuole, ciascuno di noi.

Più volte ultimamente il Signore ripete: “CONSOLATEMI!”.


 

Ecco uno dei fini di questi Messaggi: suscitare anime che, portando avanti un serio e determinato cammino spirituale, decidano poi di offrirsi come vittime al Suo Divino Cuore, per la salvezza dei fratelli e delle sorelle.

E un’altra cosa, molto importante, il Signore viene a ricordarci con questi Suoi Messaggi, ossia che il vero progresso dell’umanità coincide con il progresso della santità, della Sua vita divina in noi.

Ciascuno di noi è stato suscitato alla vita per divenire un fiore stupendo del Cielo, un giorno. Questo è l’ardente desiderio che abita il Cuore Divino: che noi possiamo vivere per sempre con Lui in Paradiso, nella completa e perfetta Felicità.

Ciascuno di noi, cari amici, è chiamato ora a rispondere a quel Dio che da sempre lo ama, facendo della propria esistenza un dono di amore a Gesù e ai fratelli. Questa è la vera via al Cielo: la carità.

Tutti noi, in quanto battezzati, siamo chiamati alla santità, ma non tutti siamo chiamati in concreto alla stessa modalità in cui realizzarla: c’è chi si dona al Signore nel Sacerdozio, chi nel Sacramento del Matrimonio, chi nella consacrazione religiosa … ma è certo che Dio si attende qualcosa di bello e importante da ciascuna persona. Ognuno di noi, se Gli risponde con cuore aperto, può contribuire davvero in modo significativo all’avvento del Regno di Dio nei cuori.

E spesso l’apporto più rilevante potranno darlo proprio quelle persone che, per malattia o vecchiaia, contano poco o niente agli occhi del mondo.

Il Sacro Cuore attende, cari malati, care persone sole e cari anziani, l’offerta del vostro cuore e delle vostre quotidiane sofferenze, come contributo prezioso e a Lui caro per implorare la conversione dei cuori.

Il Sacro Cuore attende la risposta di ciascuno di noi, carissimi: attende che ci facciamo Suoi missionari e piccoli apostoli presso i fratelli e le sorelle che incontriamo lungo il cammino della vita.

Ma prima ancora, Egli, come ci dice nei Suoi Messaggi, ci chiama potentemente a rafforzarci nell’uomo interiore, vivendo in Grazia di Dio, osservando i Suoi Comandamenti per amore e curando ogni giorno, con costanza, la preghiera.

Se vogliamo davvero consolare il Cuore Sacratissimo di Cristo Gesù, e fare il bene nostro, di coloro che amiamo e del mondo intero, dobbiamo accogliere il Suo dolce e forte invito a crescere nella preghiera del cuore e nell’ascolto orante della Parola di Dio.

Più noi saremo, per grazia, uniti a Lui, più potremo diffondere la Sua luce in questo mondo ottenebrato e confuso.

E più presto potrà sorgere quella primavera dello Spirito che tanto ardentemente il Sacro Cuore di Gesù desidera.

 

Per concludere, vi dico: cari fratelli e sorelle, mio marito Angelo ed io ci prendiamo a cuore le frequenti richieste di preghiera che ci giungono tramite le e-mail; oggi però anche io mi affido umilmente alle vostre preghiere: vi chiedo, cari amici, di elevare una preghiera per me, affinché io possa essere, secondo quanto Gesù si aspetta da me, una piccola Sua voce che grida nel deserto di questo mondo, perché i cuori si preparino ad accogliere Lui: il Signore, quell’Amore che ogni cuore umano attende, spesso senza neppure saperlo con chiarezza, come fu anche per me.

Preghiamo ed offriamoci col cuore perché sorga presto in tante anime il Sole di Giustizia, Cristo nostro Dio, che tra pochi giorni accoglieremo in questo nuovo Suo Natale. Così sia.

 

Questa testimonianza è stata esposta domenica 12 dicembre 2010, dopo un incontro di preghiera riparatrice.