2008-01-22

“O Mia diletta, scrivi. Amen …

Mia diletta, stamani ho da dettarti qui un Messaggio per i Miei consacrati, e cioè in particolare ora Mi sto riferendo ai Miei unti amati. Amen.

Desidero solennemente, tramite te – la tua mano sinistra, il tuo cuore, lo spirito tuo – rivolgerMi ad uno dei più sciagurati tra i Miei ministri. Uno, un uomo che ministra in fitte tenebre: il sacerdote sacrilego. Amen.

E gli dico, col Mio Cuore in mano, desideroso di fargli, di usargli grande Misericordia: figlio Mio, eletto, che vai facendo? Come è potuto succedere che tu, figlio Mio, elevato ad una dignità superiore a quella conferita ai Miei Angeli Santi – infatti, nessuno di loro, neppure il più eccelso, può consacrare il Mio Corpo e Sangue sul santo altare – sia ora decaduto così in basso da essere passato a ministrare per satana, il nemico delle anime, e segnatamente nemico tuo, o sacerdote, unto Mio?

Ti vedo; Io guardo soprattutto il cuore e l’anima tua. Ti vedo che, ben lungi dal pensare a Me, quando scende la notte, la tua mente è tutta intenta a concepire iniqui progetti. Tu, che dovresti essere il buon pastore, come Me, Cristo, ti sei fatto lupo e mercenario a causa della tua grande malizia e miseria. O misero, misero uomo! Chi ti ha insegnato le arti tenebrose del peccato mortale impuro? Chi ti ha trascinato in tanto fango putrido? Chi ti ha suggerito di usare il tuo abito talare e la tua eccelsa dignità sacerdotale – di unto, consacrato Mio – per meglio carpire e soggiogare le anime, le Mie pecorelle, ossia per derubarMi, in un modo così indegno e vergognoso, dei fiori che Mi appartengono, perché Io solo li ho acquistati ed innaffiati col prezzo del Sangue Mio Divino?

O uomo, a Me e a te: scende la notte sulla terra – ma più profonda è calata sul tuo cuore infame e disgraziato … - Io ti avevo creato onorato e graziato al sommo, o figlio! -. Scende la notte sul povero mondo e tu prendi contatti subdoli, occulti e perversi col tuo complice nel male – a volte, disgraziato pastore, son più d’uno! – e così ardi per lui, per questa persona – donna o, anche peggio, uomo che sia.

Se questa creatura disgraziata, che TU hai contribuito ad abbruttire ancor più con le tue lusinghe carnali, prendendo a tuo sommo maestro il demonio, il principe tenebroso, non può, per vari suoi motivi, venire all’appuntamento iniquo con te, in ogni modo, lo sai bene, Mio unto, perché hai studiato, tu sei già in stato di peccato grave, diviso da Me e dalla Mia santa amicizia, che però, in quest’ora buia di fumi carnali, a te non importa più, o molto poco in ogni caso, come dimostrano le tue opere empie – quelle interiori prima ancora che operative. Amen.

Se però quello sciagurato essere può convenire nel tal luogo – che ora non nomino, e che solo a pensare al quale dovresti inorridire di vergogna – ma la carne ti ha reso uno spudorato camuffato da prete -. Dicevo, se questa persona, Mio caro, ha possibilità di trovarsi con te, o uomo meschino, allora, non ci sono parole abbastanza decenti per esprimere quello che fai, e lui o lei a te … è una cosa esecrabile ai Miei occhi divini.

Non dico di più su questo, se non che Mi fai sanguinare in abbondanza il Cuore, Mi schiaffeggi e percuoti, Mi riduci, Me, tuo Cristo Dio, con gli occhi azzurri iniettati di Sangue vivo.

O misero, è per far questo, per prostituirti, che t’ho invitato ad abitare nella Mia casa con tanto Fuoco d’Amore?

Ed ora veniamo un momento alla mattina dopo. Magari devi celebrare! E come sarà questa Messa? Per quanto concerne Me, Cristo, principale Offerente del Sacrificio Divino, Io non manco mai alla Chiesa Mia Sposa eletta ed alle pecorelle assetate che Mi desiderano, o almeno Mi vogliono.

Ma che dire di te, uomo iniquo? Io, Signore purissimo degli Angeli, devo scendere a posarMi sulle tue mani empie, corrotte, sì, contaminate.

O uomo, se ti parlo è perché ti vedo annegato in un lago gelido, in uno stagno di miseria e puzza grande per il Mio olfatto divino sensibilissimo.

Certe volte, sei tanto sciagurato e sventurato che, neppure dopo così grandi iniquità, pensi di accostarti al Sacramento del Mio Perdono. E così, sacrilegio dopo sacrilegio, ti apparecchi da te stesso, con le tue mani immonde, il tuo luogo eterno all’Inferno, alla mensa coi demoni, Miei acerrimi nemici e rivali stolti. Amen.

PER ORA, non aggiungo di più, se non che chiedo – e supplico - … alle Mie vittime di pregare MOLTO ed offrirsi per questi sciagurati.

Benedico. Amen. Il Cristo Redentore Supremo. Amen”.


Locuzioni interiori ricevute il 22 gennaio 2008, in chiesa, dopo la Santa Messa del mattino.