2008-02-27

“Scrivi, o Mia diletta. Amen, amen, amen.

Ancora oggi vengo a te per parlarti dei Miei unti amati …

Desidero ora rivolgerMi ad essi, col Mio Cuore fiammeggiante in mano, simbolo e segno efficace di ardentissima Carità, ed invitarli a fare presto, con sollecitudine ed accuratezza, visto che sono preti, Miei ministri dell’altare, un esame dell’anima proprio a riguardo della virtù regina, la SANTA CARITA’, l’amore di benevolenza e dono verso di Me, Dio, e verso ogni prossimo, cioè il fratello o la sorella che vi passano accanto sulla via della vita terrena e che, per i più svariati motivi, vi sono vicini. Amen.

Miei unti, da Me così tanto amati, fino alla Croce – e voi, almeno, sapete bene cosa ciò significhi –, e fra voi, che siete accomunati dal medesimo sacerdozio, c’è AMORE, COMPRENSIONE, PERDONO SINCERO e DI CUORE? Oppure anche voi, che siete i servi di Dio Altissimo, siete divorati, delle volte, da odio, rancore, incomprensione ed astio, desiderio di vendetta?

O Miei unti! Per amare – Io ve lo insegno con la MIA VITA e LA MIA MORTE, prima che con le parole, pur sacre, che escono dalla Mia bocca divina – è necessario RINUNCIARE A SE STESSI e AL PROPRIO EGOISMO e AL PROPRIO CORTO MODO DI VEDERE E VALUTARE LE COSE, quand’esso è in disaccordo col Mio eterno Divino Volere, quello stesso che attingete con tutta sicurezza nella Sacra Scrittura e, segnatamente, per quanto Mi riguarda, nel Nuovo Testamento dell’Alleanza Cristiana. Amen.

Miei unti, se vi amaste fra voi! Oh, come anche i fedeli, e persino il mondo lontano dal Mio Amore avrebbe in questo un segno eloquente, convincente della Mia Carità Suprema, quella di un Dio Incarnato!

Ed invece, Miei cari unti – ché Mi siete costati cari, IL SANGUE MIO DIVINO – spesso, troppo spesso, voi non siete amici gli uni degli altri. Spesso indifferenti alla sorte di un vostro confratello in difficoltà, materiale o spirituale che sia. Delle volte, persino nemici siete, e vi avversate gli uni gli altri, come lupi … o voi, che dovreste essere l’immagine VIVA in terra di Me, Buon Pastore del gregge delle anime MIE immortali. Amen.

E che dire, Miei unti, quando nel cuore vi divora l’invidia per un fratello nel sacerdozio che a voi pare più favorito – spiritualmente o concretamente – di voi? E, certo, siccome siete uomini, e non Angeli del Cielo Mio Santo, spesso la tristezza del bene altrui accumulata, covata nel cuore, trasborda in opere cattive di maldicenza, pettegolezzo, mormorazione, e fin anche CALUNNIA.

O Miei unti, dove nel Vangelo vi ho insegnato ad ESSERE e ad OPERARE così?

Miei cari, è anche per voi il tempo sacro della Quaresima: CONVERTITEVI A ME CON TUTTO IL CUORE. Presto, fate presto, ché il tempo si è fatto BREVE!

Solo per il vostro bene vi parlo, ancora con Misericordia, per cercare di sottrarvi ai lacci mortiferi di satana, che vuole e desidera condurre specialmente voi nel suo infernale, tetro ed ETERNO ABISSO, come pure tutte le anime che Io eleggo, in questa vita passeggera e mortale in vista del CIELO.

E RICORDATE, infine, che ogni mancanza di VERA carità a Me e al prossimo - e non quell’egoismo, delle volte, camuffato di amore - ogni mancanza di VERO AMORE dovrà essere espiata un giorno in Purgatorio, che è l’ospedale di Dio per le anime ferite e piagate dal peccato, MA PENTITE, prima della loro morte. Amen.

E, dunque, Miei cari unti eletti, vi conviene ascoltarMi e seguirMi decisamente, come con risolutezza Io Mi diressi verso Gerusalemme, dove sarei stato condannato, crocifisso e ucciso.

Seguite Me, Miei sacerdoti, poiché voi siete stati creati dal Padre PER AMARE.

Seguite Me, Cristo Dio, vostro Pastore Supremo, e vi condurrò alle fonti delle acque della VITA che non muore.

Benedico. Amen”.



Locuzioni interiori ricevute il 27 febbraio 2008, dopo la Santa Messa, in chiesa.