2008-08-10
“O Mia diletta, scrivi ora per le Mie anime amate. Amen.”
(pausa)
Ho chiesto al Signore per chi volesse parlare oggi.
“Per le famiglie. Amen. Sì, stamani parlo per le famiglie benestanti e ricche, ché pure ce ne sono, anche nella tua Italia, diletta Mia anima, e nonostante la crisi, che pure per molti è reale. Amen.”
“Alle famiglie possidenti, e cioè ricche di beni materiali – fugaci ed instabili come il vento – Io, Gesù Cristo, Dio Vero ed Unico col Padre ed il Santo Mio Spirito, dico, amen: care famiglie, cari figli e figlie Miei, avete ricevuto molto, materialmente parlando, da Dio, Mio Padre Creatore, amen. Ma avete già capito che la ricchezza – spesso, non di rado, ingiusta, amen; per vari motivi che ora non sto a sottolineare – vi serve, nel piano divino, per farvi amici che vi accolgano nei tabernacoli eterni, quando sarà l’ora, l’ora vostra del Mio Incontro con ciascuno di voi?... Amen.”
(pausa)
“Ho, Mia diletta anima sposa … alcune cose da lamentare stamani riguardo a costoro. Amen. Per prima cosa, anzitutto, li metto in guardia, con somma e Divina Benevolenza: o cari figli Miei, vigilate, state desti, affinché le molte ricchezze materiali e concrete – talenti da trafficare, secondo il Mio piano eterno, secondo giustizia e carità vera – non si trasformino per voi nella causa principale della vostra dannazione eterna, amen, e che voi non abbiate un giorno a piangere lacrime inutili nell’Inferno eterno, amen, e ciò a causa della vostra stessa stoltezza ed insipiente vita terrena. Amen.”
(pausa)
“Che NON vi tocchi la sorte subita dal ricco epulone, il quale, molto favorito di beni materiali, chiuse tutto il suo cuore al povero mendicante Lazzaro. Amen. Che non vi accada, figli e figlie Miei amati e diletti, di raggiungere anche voi l’abisso oscuro della condanna Mia eterna, dove – proprio come il ricco epulone dannato – voi non avrete più alcun nome proprio, amen, nel senso che fuori di Me, Dio Eterno, non ci può essere né vita vera, né salvezza duratura e stabile, né vera identità per l’uomo e la donna, Mia creatura prediletta ed amata, nella quale, in quanto Creatore, ho compendiato il cielo e la terra, con tutti i loro elementi visibili ed invisibili. Amen … come hai anche letto nell’Opera Mia Divina dettata misticamente a tua sorella, Santa Ildegarda di Bingen. Amen.”
(pausa)
“Ed ora, poi, ho un’altra grave e seria lamentela da muovere loro, ed è questa, diletta anima, Mia serva: nonostante abbiate molto denaro e grandi mezzi economici e finanziari, certi di voi siete chiusi alla vita, amen. Come può, nel vostro caso specifico di persone RICCHE, umanamente parlando, una procreazione responsabile non essere anche generosa?... Ma, ahimè, Mia diletta anima … ciò non basta, amen. E’ al Mio Cuore Purissimo – di Gesù Cristo – un dolore, un’agonia atroce: quante donne ricche e sposate – o che, comunque, in qualche modo hanno un uomo, hanno una relazione con lui – addirittura e più volte; e non una sola, il che sarebbe già di troppo – ABORTISCONO il frutto del loro amore, come un essere inutile e fastidioso, amen. Piango Lacrime di Sangue a causa di ciò. ConsolaMi, dunque, Mia diletta sposa amata … anche con la tua sofferenza espiatrice. Amen.”
“Poiché, Mia diletta anima, queste donne ricche e fisicamente avvenenti sono vanitose e presuntuose: non vogliono che lo stato della gravidanza le “sformi”, e così, come Io ho già detto nel Vangelo Mio Santo ed immortale: chi tiene la sua vita per se stesso la perde e la perderà … Amen.”
(pausa)
“Che posso dirti ancora stamani, Mia diletta sposa amata? D’inverno le vedo passeggiare avvolte nelle loro ampie e lunghe pellicce, nei loro visoni … adescano molti, con gli sguardi ammiccanti e procaci, fanno cadere nel baratro del folle peccato i nuovi sprovveduti adami di oggi, e non se ne curano nemmeno. Amen. Ma di tutto ciò un giorno, forse neppure così lontano, dovranno renderne chiaro conto a Me, Giudice Supremo. Amen.
O voi stolte femmine, o voi, vacche di questa povera Italia infedele e del mondo intero, TORNATE PRESTO A ME CHE SONO L’UNICO DIO CHE PUO’ ANCORA SALVARVI!
O donna! – così bella all’esterno, nel vaso del tuo corpo, e così brutta, deforme, maculata e disgraziata – e anche da anni e decenni, ormai – nell’anima tua immortale, Mia scintilla divina, accesa in te con la vita – TORNA DA ME, GESU’ TUO SALVATORE PIETOSO!
O donna, povera donna ferita, trattata spesso come un oggetto, come un inutile trofeo che presto appassisce, Io, Gesù Buono e Casto, Vero Uomo e Signore della tua povera vita, ATTENDO PROPRIO TE.
O donna, piega le ginocchia, con umiltà e pentimento sincero, vieni a Me. Dopo aver piegato il tuo cuore nel pentimento, delusa per la tua inutile, vanitosa, egoistica ed annoiata esistenza – che ormai non ha più alcun vero significato e senso profondo, amen; e ciò massimamente per colpa e responsabilità tua, oltre a quella di certi uomini spietati e bruti di cui ti sei circondata, amen, amen.
Donna, ti attendo ai piedi del Mio ministro ordinato, per vomitare in un’accusa completa e sincera tutto il marciume della tua vita iniqua ed empia, disgraziata. Amen.
CrediMi, o donna: il Mio Sangue Purissimo è l’Acqua Viva Divina con cui Io posso lavare ogni sozzura, ogni spirituale immondezza; e le Mie Piaghe Sacrosante ripareranno le tue ampie, vergognose, purulente ferite spirituali ed interiori. Amen.
Affrettati, o donna – e qui ciascuna si senta chiamata col suo proprio nome da Me, Cristo e Gesù Buono - affrettati cara, Mia cara, per cui ho versato tutto il Sangue Mio innocente e puro, ad aprirMi la porta del tuo povero cuore. Amen.
In verità, ti dico, o tu, povera samaritana di oggi, che IO SONO QUELL’AMORE CHE TU CERCHI SPASMODICAMENTE nelle tue orge, e circondandoti di mille e mille inutili cose. Amen, amen.
VIENI A ME, ANIMA DA ME DILETTA, ED IO TI GUARIRO’ PRESTO. AMEN.”
(pausa)
“Per concludere, una parola Mia per gli uomini. Mia diletta, fa’ sapere loro questo: o tu, uomo ricco e benestante – non certo spiritualmente però … - a Me e a te: come è possibile che, a te che sei sposato, una sola donna non basti?...”
(pausa)
"Io, in verità , oggi te lo dico, soffrendo immensamente: perché, in verità, anche a causa del potere conferitoti dai soldi, sei divenuto più una bestia che un uomo vero, e cioè somigliante a Me, Cristo Dio e Uomo. Amen.
Ti credi un semidio, ma sei ai Miei occhi divini celesti un miserabile essere, come un verme della terra che si avvoltola nel fango più immondo. Amen.
RISCUOTITI PRESTO, UOMO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI! TE LO DICO ANCORA – anche in questa forma eletta e straordinaria – PERCHE’ IO TI AMO. Amen."
(pausa)
“Ed, infine, com’è che, pur ricco e possidente, sei così avaro e taccagno? In verità, Io, Giudice Vero e Supremo – e non come quelli che tu puoi corrompere: ammesso che ti salvi, tu, se prosegui così, non uscirai di là – dal Purgatorio – fino a quando tu in persona non Mi abbia restituito fino all’ultimo spicciolo, amen. Ed anche eventuali suffragi a tuo favore, Io, CON GIUSTIZIA VERA, li depisterò a beneficio di altre povere anime, ma non della tua, poiché sei stato un egoista, un ingordo e un avaro. Amen.
Non benedico, diletta, Mia anima … poiché Io, Cristo Dio, Sommo Bene, non posso benedire il male. Amen …
Va’ in pace, Sabrina. Con la Mia benedizione. Il Cristo Giudice Giusto e Buono. Amen”.
Locuzioni interiori ricevute Domenica 10 agosto 2008, durante un’adorazione al Santissimo.