2008-01-13

“Scrivi ora, o Mia diletta. Sono qui, Io, tuo Cristo, vero Figlio di Dio, dinanzi a te nel Santissimo Sacramento. Io solo, Figlio coeterno al Padre Celeste, vero Dio Vivente, ti parlerò quest’oggi.

Preparati, Mia diletta colomba, poiché in questi mesi d’inverno e poi primavera avrò molte cose da dirti, comunicarti, confidarti per il bene delle Mie anime immortali, ed in special modo dei Miei consacrati e consacrate. Amen …

Oggi, amata del Padre con Me, dolce Cristo, mentre la Mia Chiesa pellegrinante in terra celebra la grande solennità ed epifania del Mio Battesimo - per meditare bene questo mistero non basterebbero dieci anni della vita di un uomo qualsiasi - Io voglio e desidero ardentemente, come avevo promesso, iniziare a parlare ai Miei unti, che vivono qui in terra all’inizio di questo millennio, il terzo dell’era cristiana. Amen.

Spesso, colomba Mia, quando parlerò per loro, Mi rivolgerò a ciascuno in particolare, poiché è Mio desiderio che il Mio unto Mi senta, col cuore, accanto a sé come il migliore degli amici, qual Io sono in verità, e non soltanto per i Miei sacerdoti consacrati regolarmente a Me, ma anche per ciascuna persona umana, per la quale ho voluto, ho desiderato, ho bramato patire la Croce. Amen.

Or dunque - tramite questa Mia piccola serva eletta - a Me e a te, Mio unto, veramente chiamato da Me: ricordati, figlio amato, specie nei momenti e nelle ore difficili, di crisi della tua vocazione, ed anche quando scendono le tenebre umane su questo povero mondo: RICORDATI, eletto figlio Mio, sacerdote, Chi è Colui che ti ha chiamato così vicino a Sé e per quali ragioni lo ha fatto.

Mio diletto servo, amico e ministro, nel giorno in cui hai ricevuto la sacra unzione sulle tue povere mani umane sei stato creato Mio ministro efficace. Ho detto “creato”, poiché Io, dal giorno della tua sacra ordinazione, ti considero, sotto certi aspetti ontologici, come una nuova creatura, che ormai ha da appartenere solo al Mio Cielo, non più, MAI PIU’, al mondo.

Sforzati, pertanto, carissimo figlio eletto, di fare che sia realmente ed efficacemente così in ogni giorno del tuo vivere terreno in vista del Mio Cielo santo. Amen.

Ma, dico a te, Mio servo eletto e vocato: è proprio così? E’ proprio questa la realtà, interiore prima che delle opere esterne, o Mio unto amato? Tu vivi ed operi veramente e vivamente per Me, tuo Dio, Capo e Pastore supremo della vigna che ti è stata da Me affidata con tanto incommensurabile Amore? O unto Mio, tu sei VERAMENTE TUTTO MIO ed Io tutto tuo, per la tua accoglienza totale e senza riserve del Mio Essere Trinitario in te, o uomo, figlio Mio così amato e prediletto, senza che tu abbia da vantare nei Miei confronti alcun merito tuo personale, che giustifichi la tua elezione da parte Mia, del Mio Cuore ardentissimo di Sacerdote eterno e Pastore supremo e bellissimo?

O uomo, figlio Mio amato, spesso, in verità, questa non è la realtà della tua anima, del tuo spirito, della tua vita, che dovrebbe essere sacerdotale, e cioè, in prima istanza, vittimale.

Vediamo , Io e te, caro, il Primo Comandamento della Legge Mia Santa: Non avrai altri dei fuori di Me. E’ proprio, è davvero così? Figlio diletto, pupilla del Mio occhio divino, quante e quali ferite e piaghe dolorose Io miro nella tua anima segnata col sacro Mio indelebile carattere!

Vedo che, per tiepidezza e quieto vivere, non ti dai molto pensiero di Me, tuo Dio e Amato, Io che dovrei essere il Cuore del tuo cuore, Mio servo eletto … Che ti succede, figlio Mio? Chi è, o che cosa è, che ti allontana e ti tiene lungi da Me, dal Mio cospetto amabile ed onnipotente?

Spesso, in verità, è la carne, figliolo da Me amatissimo, coi suoi subdoli inganni, a legarti e costringerti lontano, troppo lontano da Me, tuo Cristo, che t’ho chiamato ed eletto a sacerdote per salvarti. Amen.

Mio diletto, ai Miei occhi, in se stessi, i moderni mezzi di comunicazione sociale non sono malvagi. Spesso, però, purtroppo, gli uomini perversi li mutano in strumenti di morte spirituale per le Mie creature, i Miei figli amati, con le malizie e porcherie che da questi mezzi tecnici e tecnologici si trasmettono allo spettatore, alla sua mente – che si accende di torbide immaginazioni -, al suo corpo – che arde e vibra per febbri malsane - … e dove vuole arrivare il demonio, vero nemico dell’uomo? A carpirti, a possederti il CUORE, o uomo – quel cuore formato a Mia immagine e somiglianza. Amen.

Ora Mi rivolgo proprio a te, Mio unto e ministro, e ti parlo da VERO Amico: com’è che Io vedo anche te, nelle ore piccole della notte – mentre i santi monaci si alzano e vegliano per Me, per Mio amore - dinanzi a queste immondezze, a queste falsità diaboliche, a queste malizie, a questi inganni e tranelli del nemico infernale, compiacerti in immagini e cose, che non nomino in modo più preciso e specifico, e che fanno abbondantemente sanguinare il Mio Cuore Divino, che è la stessa Innocenza? Mio diletto sacerdote, unto Mio, ti guardo e i Miei occhi si riempiono e si gonfiano di Lacrime di Sangue, a vedere quello che fai, MIO UNTO. Provo profonda compassione per te, figlio Mio, e studio col Padre tuo Celeste il modo efficace per strapparti dalle zampate dell’orso infernale, che ha ridotto la tua anima a brandelli dinanzi a Me, e che ora ride, vero nemico, per la vittoria sin qui ottenuta sulla tua fragile e corrotta carne.

Mio ministro, torna ad essere come un angelo innanzi a Me! Cosa credi? Io sono l’Onnipotente Dio: se tu Mi ridai la mano, quella mano consacrata che hai usato in troppo lascivi ed indegni toccamenti – ma Io non ho schifo di te, figlio Mio amato -; dicevo, caro, se Mi ridai la mano, ti laverò col Sangue e con l’Acqua del Mio Costato, ti rialzerò in piedi, ti confermerò nella tua vera dignità di figlio di Dio, ti rimetterò l’anello della fedeltà nuziale e, se Mi sarai molto fedele, vincendo il tuo “io” malvagio e la tua carne ribelle ed empia, Io giungerò all’estremo amoroso di farti partecipe delle Mie gioie celesti, mistiche, quelle più vere. Amen. In ogni modo, se Mi sarai fedele, ti prometto solennemente che ti donerò sempre la pace del cuore.

RICORDA, Mio servo: la VERA pace non la si trova soggiacendo alle passioni, ma resistendo ad esse (nota: a questa affermazione del Signore, penso che una simile sentenza spirituale è scritta ne “L’imitazione di Cristo”).

A proposito, avrei molto piacere che voi, Miei sacerdoti, lasciaste da parte certi libri inutili e fuorvianti, e tornaste ad autentiche, sante, edificanti letture, tra cui, appunto, “L’imitazione di Cristo” che, dopo molto tempo, ancora conserva il suo valore sostanziale, poiché è un’opera mistica, ispirata da Me ad un santo Mio servo e ministro. Amen.

Per ora ho finito, Mia serva, ma tornerò. Con la Mia benedizione.

Sono il Redentore, battezzato per essere CON VOI, o uomini. Siate con Me! Amen”.


Locuzioni interiori ricevute Domenica 13 gennaio 2008, durante un’adorazione eucaristica, dopo la Santa Messa.