2008-01-17

“Oh! Mia diletta, un’ultima cosa desidero dirti per ora, rivolta a te (nota: cioè alla religiosa consacrata cattolica), ma con uno sguardo compassionevole ed amoroso anche sugli unti, i Miei preti; a te e a ciascuno di loro DICO, IO, GESU’: cara anima da Me prediletta, dopo aver preferito il peccato - un misero ed amareggiante, tormentoso piacere – a Me, NON voler commettere un errore ancora più grande.

Confessati pentita, anima Mia così cara! Non aggiungere sacrilegio a sacrilegio! Non mangiare il Mio Corpo Divino con l’anima morta alla Grazia, la Mia Vita in te!

Se subito non puoi proprio accedere al Sacramento della Riconciliazione, non appena i fumi mortiferi del tuo vizio consumato si saranno dissolti, buttati in ginocchio ed implora pietà sincera e grande per la tua povera ed indegna vita.

Anima Mia serva, volevo che tu fossi – sempre e per sempre – Mio tempio eletto, giardino per Me soave di arcane delizie … ed, invece, col consenso della tua volontà, hai permesso al principe del male e della notte più cupa e delle tenebre eterne, di soggiogarti e possederti come cosa e proprietà sua. NO! TU SEI MIA, ANIMA SPOSATA A ME COI VINCOLI DIVINI DEL SANGUE.

DAMMI LA MANO, ANIMA ELETTA, TI RIPORTERO’ NELLA MIA LUCE. Amen.

Il Cristo”.


Locuzioni interiori ricevute a casa nostra, a mezzogiorno del 17 gennaio 2008.