2008-01-25

“Scrivi, o Mia diletta. Amen …

Io voglio intensamente parlarti dei Miei sacerdoti, ed anche religiosi, anziani. Ora,… serva Mia, Io li conosco fino in fondo: so le paure, i timori, le angosce, le speranze e gioie – poche, in verità -, i rimorsi … che albergano ogni giorno, ogni ora e momento nei loro cuori sacerdotali. Amen.

Voglio ora rivolgerMi direttamente al Mio prete anziano, e dirgli così: Mio diletto unto, a Me e a te: cosa pensi, ora che l’età avanza e i tuoi anni sulla terra volgono alla loro fine? Hai paura della morte, Mio unto amato? Vedo che, spesso, il tuo cuore è ferito, ma di questo tratterò tra poco. Amen.

Ora ti chiedo, con Amore di Fratello maggiore: Mio unto e sposo spirituale – nella medesima missione sacerdotale di salvezza, di eterna redenzione delle anime, le Mie pecorelle amate -, dopo tanti anni di vita terrena, che ti ho concesso in dono per Mia esclusiva Bontà, ti sei convertito? Hai percorso il cammino santo, la salita del Monte Carmelo – dei Santi Miei amici? Hai attraversato la necessaria purificazione di te stesso – di tutto il tuo essere, interiore e corporale? Sei entrato, attraversando da coraggioso soldato Mio le notti interiori, nello stato dei proficienti, e cioè di coloro che si industriano e pongono ogni cura ed impegno per conseguire l’accrescimento delle virtù ed, in special modo, della carità, nel proprio spirito? Hai raggiunto la piena maturità in Me, Uomo Perfetto e tuo Supremo Modello Divino ed Umano? Oppure sei ancora indietro, nel peccato grave, magari? Mio unto anziano, carico di anni, tu sei anche ricco al Mio cospetto santo di virtù ormai radicate, forti, e di Grazia Santificante? Rispondi da te stesso, caro, scendendo in profondità nel tuo essere, e compiendo con sincero cuore un accurato esame della tua coscienza sacerdotale, e magari anche religiosa.

Mio caro, guarda a Padre Pio. Che grande, santissimo modello! Pensa: lui era, ne’ più ne’ meno, un uomo in carne ed ossa come te. Ora, com’è che lui ha vissuto come un angelo, un serafino di puro AMORE qui in terra, in questo esilio penoso, e tu invece no?

O Mio caro, ti guardo, ti guardo e ti amo.

Quand’eri giovane, in verità, era difficile domare la carne … ed Io, Cristo, quante volte ti ho perdonato impurità e, delle volte, persino fornicazioni sacrileghe, con l’aggiunta dell’aggravante dello scandalo … ma ora, che sei vecchio, neppure ora Mi segui deciso, serio ed amoroso?

Eh, lo so bene: sono Dio, sono vero Uomo. Sebbene la carne, che si corrompe ogni giorno di più, si vada sempre più spegnendo, e così tu ti trovi impotente a realizzare nelle opere esteriori iniqui progetti, non posso certamente – Io, Cristo, tuo Maestro vero, che non mentisce – dire lo stesso del tuo cuore assatanato a causa di indegne voglie. E se proprio non puoi fare, almeno pensi, almeno guardi, ciò che non dovresti, e quelle cose che sono peccaminose anche per un cristiano qualsiasi. Amen.

A proposito, Mia serva eletta e vittima, colgo quest’occasione per dire a te e, tramite te, a TUTTI i Miei unti, che Io Mi dissocio – nel modo più assoluto e chiaro – da questo: che nella canonica, o nella tua casa, o prete, o nella casa religiosa, ci sia un uso così diffuso e prolungato del mezzo televisivo che, specie negli ultimi anni, è divenuto sempre più – e si va sempre di peggio in peggio – il tempio indiscusso del demonio, attraverso il quale egli, l’infame per eccellenza, si mostra in un momento a tutto il mondo e, usando dell’avvenenza ingannevole delle creature – specie donne – sue serve immonde ed impudiche, trascina molte anime, sia maschili che femminili, nel gorgo infernale dell’impurità consentita. Amen.

O Mio unto, e dove sono le veglie per pregare? E dove l’Ufficio pregato con amore, ora almeno che le tue deboli forze fisiche ti hanno, per forza di cose, distolto dal “fare, fare”? E dove i Rosari, che con tutto il tempo che hai, donato a te da Me, ne potresti elevare al Mio Cielo più d’uno.

Pensi al Mio Cielo, caro? Oppure i tuoi pensieri sono ancora al mangiare e bere bene e al non privarti di alcuna comodità, ciò che dovresti invece fare per amor Mio, caro?

Guardandoti, Mio caro, in maggiore profondità, pur se ora Mi sei un’anima fedele, ti vedo però, delle volte, tormentato dai rimorsi, a causa delle colpe gravi della tua giovinezza, e magari anche dell’età adulta. Amen.

Se sei davvero pentito, tu sei, o prete, il Mio diletto figliolo, ed Io ti abbraccio con tanto Amore! O figlio, la Mia Misericordia è GRANDE, essa sovrasta i cieli e penetra fin nei più profondi abissi dell’anima umana, quei solchi vergognosi di male che le colpe ripetute hanno scavato, quegli abissi devastanti, vero anticipo d’Inferno, che solo il Mio Amore Onnipotente può colmare. ABBI FIDUCIA GRANDE IN ME, DILETTO! Io sono, è vero, Infinita Perfezione, ma sono anche Misericordia senza limiti né misura. Il Mio Perdono non è povero come quello concesso, quando poi è così, dagli uomini. No, caro! Io, se Mi dai la mano con fiducia e almeno un po’ di amore sincero, ti rifarò nuovo nello spirito, anche se sei vecchio di anni, e le cattive abitudini sono radicate in te, e gli affetti disordinati – troppo a lungo, per decenni, consentiti – spadroneggiano ormai nel tuo cuore, che un tempo, Mio servo, era buono e pulito. Ma ora, quanto tempo è passato! E speriamo non sia trascorso invano, diletto figlio sacerdote che Mi sei costato Sangue! Amen.

Fidati di Me, Mio unto amato. Ciò che ti chiedo, se sei tuttora nel peccato o, come dicevo, tormentato dai rimorsi colpevoli, è: guarda nel tuo cuore. Esaminati normalmente, cioè di cuore, ma senza scrupoli né interiori contorsioni.

PENTITI, RINNOVA IL PENTIMENTO.

Presentati, con fede ed umiltà, ad un tuo fratello, uomo come te, presbitero Mio come te, ed aprigli le miserie del tuo essere come se le confidassi a Me, tuo Gesù Salvatore. Infatti, in verità, lo sai, Io Mi nascondo in lui per perdonarti e non intimorirti con la Mia gloria e la Mia fulgidissima Maestà eterna di Uomo Dio glorificato, risorto e sempre vivo per intercedere per te, o uomo debole e peccatore. Amen.

Se farai così, allora si compirà una volta di più il grande e bellissimo miracolo della Mia Misericordia amabile, che si riverserà amorosa e felice su di te, Mio unto redento e così tanto amato e prediletto da Me. Amen. La pace tornerà nel tuo cuore; te lo prometto Io, tuo Dio Amico.

Abbi sempre fiducia, però, in Me e non diffidare, mai e poi mai, della Mia Bontà inesauribile. Amen. Se cadi ancora, in seguito, Mio unto amatissimo, non temerMi, cioè non avere paura di Me, Cristo, tuo Fratello maggiore ed Adorato. Vieni, caro, vieni a Me come un piccolo bambino che corre felice e fiducioso a farsi ripulire, una volta ancora, dalla più tenera delle madri. Amen.

Per ora, Mio unto, ti lascio riflettere in preghiera, nel silenzio, su questi Miei amorosissimi inviti. Benedico …”.


Locuzioni interiori ricevute il 25 gennaio 2008, durante l’adorazione eucaristica che segue la Santa Messa di inizio delle Sante Quarantore.