2008-04-16

“O Mia diletta scrivi. Sì, scrivi per il Mio sacerdote pedofilo. Amen.

Sì, stamani voglio parlargli, rivolgerMi a lui Cuore a cuore, come il suo migliore Amico, quale sono di fatto. Amen …”

(pausa)

“Ora, Mia diletta sposa ed amica del Mio Cuore in Fiamme Amorose ardenti, dove eravamo rimasti?... Stavo parlandoti del Mio ministro quando non era ancora tale, ma un ragazzo, un giovane; e si confessava dopo il peccato grave, almeno in qualche modo. Amen.

Ora, cara anima, riprendo a parlare con lui.


Figliolo a Me consacrato, MA A ME gravemente infedele - siccome già siete inclinati male per la vostra concupiscenza carnale e triplice, e siccome, colpa dopo colpa, il peccato instaura sempre più ferocemente il suo impero malefico in voi e su di voi –, con l’andare del tempo, mesi e anni – il tuo dolore di uomo, di cristiano per le colpe che – consapevole – commettevi molto spesso, andò vieppiù diminuendo e scemando persino, in certi casi – quelli peggiori, come Io so. Amen.

Però, d’altro canto, Io non smettevo di chiamarti e, ad un certo momento, tu rispondesti alla Mia vocazione al sacerdozio. Amen.”


“… Or dunque, cominciò, Mio povero e pur da Me molto amato ministro, il tuo cammino, quello che ti avrebbe condotto alla sacra ordinazione presbiterale, dopo anni di studio, di lavoro, di preghiera … e, ahimè, non esenti da peccati. Però, nel tuo giovanile entusiasmo, in qualche modo almeno, seppure molto imperfetto, tu Mi amavi, figlio, e in certo modo Mi pensavi, il giorno e la notte. Amen.

Quando poi tu giungesti a quel primo importante ed agognato traguardo, pur se non eri un Santo, ti rallegrasti in cuor tuo di essere – finalmente – divenuto Mio sacerdote in quel modo, cioè presbitero, pastore delle Mie pecorelle. Amen.

Dico “in quel modo”, poiché Io, con il Mio Sangue, con l’abbondante effusione di Esso in Croce, Mi sono acquistato un REGNO DI SACERDOTI, e sono i veri cristiani, non necessariamente preti o consacrati in un ordine religioso, ma persone – anime vittime – votate a Me, testimonianti Me ed il Mio Santo Spirito nel mondo.

O Mio diletto! Sì, allora lo eri in certo modo.

Ricordo – parlandoti al modo umano, come quando ero sulla terra in cammino con voi uomini, fra gioie e dolori, come VERO FRATELLO – ricordo, caro, le tue prime Sante Messe. Quando, alzandoMi, dicevi: “Questo è il Mio Corpo”. Sì, in quel santissimo momento Io discendevo dal Cielo sulla terra nelle tue mani consacrate, o figliolo diletto e amato da Me al sommo. Amen.

Discendevo da Lassù, dai Cieli Santi nelle tue povere mani … e vedo pure che avevi un certo amore per le anime, le Mie pecorelle. Però, in tutto ciò, non era assente del tutto il peccato grave e, ciò che è peggio, l’amore ad esso. Amen.


Mia cara, riprenderò a parlarti in un altro momento …

Il Cristo tuo Dio. Amen”.


Locuzioni interiori ricevute il 16 aprile 2008, dopo la Santa Messa, in chiesa.